È abilitata all'esercizio della professione di avvocato presso l'Ordine degli Avvocati di Bologna
dal 2019, si
occupa di diritto internazionale della famiglia che concerne la competenza e la legge applicabile in
caso
di separazione e divorzio quando uno o entrambi gli attori sono stranieri, il riconoscimento o
l'esecuzione
delle sentenze straniere in materia di diritto di famiglia, nonché le modalità di esercizio della
responsabilità
genitoriale, tra cui l'affido e il collocamento di minori, figli di coppie internazionali.
Nell'ambito del diritto di
famiglia si occupa altresì di contratti di convivenza, unioni civili e diritti LGBT.
Ella ha inoltre maturato esperienza in plurimi casi di sottrazione internazionale di minori verso
paesi
europei ed extra - europei. L'esperienza internazionale l'ha portata a guidare dal 2021 il team di
avvocati di
diritto di famiglia italiani nell'ambito di WILL - Worldwide
Independent Lawyers League, una lega di 300
avvocati di 65 Paesi nel mondo.
L'opera affronta con un taglio pratico le problematiche che le famiglie,
nelle quali è presente un figlio disabile, devono affrontare quando la
coppia entra in crisi. Mediante esempi, cas...
L'opera propone una disamina della filiazione, dalle modalità di
accertamento, al rifiuto della madre di costituire un legame col figlio
rimanendo anonima dopo il parto. Di questa tematic...
L'opera affronta con un taglio pratico le problematiche che le famiglie,
nelle quali è presente un figlio disabile, devono affrontare quando la
coppia entra in crisi. Mediante esempi, casi pratici, e un ricco compendio
di giurisprudenza, gli autori analizzano quali siano le modalità di
applicazione delle misure di protezione del soggetto debole (come la tutela
e l'amministrazione di sostegno) all'interno della coppia separata,
divorziata o non più non convivente, sia in presenza di figli minori che di
maggiore età.
L'opera propone una disamina della filiazione, dalle modalità di
accertamento, al rifiuto della madre di costituire un legame col figlio
rimanendo anonima dopo il parto. Di questa tematica viene evidenziata
anzitutto la trasversalità a tutte le ipotesi di dissociazione tra
genitorialità biologica e genitorialità sociale. Inoltre questa scelta della
partoriente, implica come conseguenza l'adottabilità del nato e la sua
impossibilità di conoscere la madre se non al compimento dei cento anni di
età. E' sul bilanciamento degli interessi della madre e quelli del figlio
che si snoda l'analisi dell'istituto del parto anonimo, ripercorrendo l'iter
giurisprudenziale nazionale ed europeo, che ha contribuito, nel totale
silenzio del legislatore, ad eliminare il carattere irreversibile della
scelta di partorire in anonimato. Viene messo in luce in particolare il
sistema francese che ha costituito un modello per il mutamento della
concezione dell'istituto in oggetto nel nostro ordinamento. Infine si offre
una comparazione con alcuni Paesi Europei in cui la scelta di partorire
anonimamente non è prevista o lo è a differenti condizioni.